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la Parrocchia di Vezia

 

È del 1616 una delle prime menzioni della Chiesa della Madonna Annunziata di Vezia da parte del prete Giorgio Domingoni, curato di Comano. Buona parte degli abitanti di Vezia si era inserita tra il nucleo e Cà del Caccia, e fu proprio la maggior distanza per raggiungere la neonata chiesa dell’Annunciata rispetto all’Oratorio di San Martino, la causa della decisione del curato di non voler più esercitare la cura di Vezia. Tale mansione venne quindi affidata al curato di Cureglia, prete Giovanni Tarilli, che con il suo successore se ne occupò fino al 1653, anno dell'erezione di Vezia a Parrocchia autonoma staccata da Comano.

 

Uno degli elementi fondamentali per la nascita della Parrocchia di Vezia fu la donazione di mille scudi da parte di don Alessandro Trefogli di Torricella per favorire la costituzione di una Cappellania nell’Oratorio dell’Annunciata. Siamo nel 1638. Una Cappellania è un beneficio costituito da un lascito per la celebrazione di messe a un determinato altare. Al sacerdote Trefogli si devono anche le Cappellanie di San Rocco a Manno (1629), di Cassina D’Agno (1639) e di Savosa (1640).

 

Si deve tener presente che l’edificazione della Chiesa avvenne in un lasso di tempo di oltre duecento anni, sia a causa delle modeste risorse finanziarie che per la discontinua disponibilità di chi vi lavorava volontariamente.

Nel verbale dell’assemblea della Vicinia di Vezia del 1769, si può intuire che in tale anno venne portata a termine l’edificazione del campanile e della Cappella di San Carlo, cappella facilmente identificabile nell’attuale Cappella della Madonna.

 

Non risulta ci sia stato un progettista della chiesa, ma solo l’apporto di maestri costruttori. Nel libro dei forestieri e nei resoconti contabili delle assemblee, tra le spese troviamo i nomi di Maestro Giuseppe Marinone - elenco dei forestieri di Vezia del 1745 - e quello di Maestro Benedetto, artigiano che doveva avere una certa fama essendo citato solo con il nome di battesimo.

 

Non da ultimo, va ricordato che nel 1662, si ha testimonianza di grazie ottenute pregando davanti all’immagine della Madonna nell’Oratorio di San Martino; possiamo affermare che in quel periodo si costruiva, così come si pregava, sia qui che in collina, all’Oratorio della Madonna delle Grazie (da qui l’origine del nome dell’oratorio).

Una cosa è certa: il grande fervore religioso che attraversò il Ticino dell’epoca permise di concludere entrambi i progetti superando ogni ostacolo.

 

La chiesa, così come la vediamo ai giorni nostri, fu riconsacrata nel 1826 da Monsignor Giovanni Fraschina, Cappuccino, Arcivescovo titolare di Corinto.

 

È curiosa la storia della tela raffigurante l’Annunciazione sull’altare maggiore: nel 1964, rovistando in soffitta, il parroco trovò la tela, leggermente strappata. A seguito di alcune verifiche si arrivò a supporre che la tela appartenesse a Giovan Battista Crespi, detto il Cerano (1567/68 - 1632). Fu subito chiaro dalle dimensioni che doveva trattarsi della tela che precedeva l’Annunciazione firmata “Girolamo Daldini fecit in Vezia, 1856” e che all’epoca si trovava nel coro della chiesa, dietro il grande altare barocco, ora scomparso.

 

Oggi possiamo confermare che sull’altare maggiore ammiriamo una copia dell’Annunciazione del Cerano il cui originale è custodito in Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano. La tela di Girolamo Daldini è visibile nella sagrestia parrocchiale.

 

 

Testo a cura di Francesca Rosa



 


Cfr: “Notizie storiche su Vezia” – a cura di Antonio Arigoni – 2003

Cfr “Storia del paese di Savosa/La Parrocchia” – Savosa.ch

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